Immagine: illustrazione da Irmina di Barbara Yelin, Credit: SelfMadeHero © Barbara Yelin

‘What is abnormal is that I am normal.

That I survived the Holocaust and went on to love beautiful girls, to talk, to write, to have toast and tea and live my life – that is what is abnormal.’

Elie Wiesel, survivor of the Holocaust

Ciò che è anormale è che io sono normale.

Che sono sopravvissuto all’Olocausto e ho continuato ad amare belle ragazze, a parlare, a scrivere, a fare brindisi e bere tè e vivere la mia vita – questo è ciò che è anormale.’

Elie Wiesel, sopravvissuto all’Olocausto

Gente normale, GENTE COMUNE, gente che improvvisamente si trova catapultata ai confini di quella che credeva la normalità, la quotidianità.

La realtà si trasforma nel peggiore degli incubi, tanto per le vittime, quanto per coloro che osservano, inermi e impotenti, o agiscono, sottomessi al ricatto “loro o te”.

E quindi sarà ‘mors tua, vita mea’? L’ultima parola l’avrà il timore, la paura, la codardia?

Forse no… o comunque non sempre. 

Ci sono PERSONE COMUNI che vivono di pregiudizi e mietono più vittime delle guerre stesse, e poi c’è la COMUNITÀ formata da chi è pronto a spendersi per coloro che sono in pericolo, ad offrire aiuto, rifugio, sostegno.

            Oggi la GENTE COMUNE siamo tutti noi che non dimentichiamo, che facciamo memoria, che accompagniamo i giovani verso la realizzazione del loro futuro attraverso la conoscenza del passato. Li guidiamo in un esercizio di discernimento che consentirà loro di acquisire una consapevolezza sempre maggiore rispetto a chi sono e a chi diventeranno: persone risolte, cittadini globali capaci di compassione, di solidarietà e di impegno nel contrastare la violenza ed il pregiudizio.

In questi giorni, gli studenti si documentano, per poi riflettere su quanto avvenuto nello scorso secolo (Olocausto, Shoah, Foibe), pur senza tralasciare di analizzare genocidi ed eccidi attuali (quelli che legati a Cambogia, Rwanda, Kurdistan, China e molte altre parti del mondo). Alcuni ragazzi dei quinti anni del Liceo hanno già creato delle locandine ad hoc sulla Giornata, da destinare a tutte le classi, differenziandole per anno; una classe del quarto anno ha realizzato una scacchiera ‘virtuale’ su cui schierare pedoni, re, alfieri, torri e cavalli attribuendo loro significati specifici legati a diversi genocidi; altri hanno realizzato slide o video evocativi; qualcuno ha simulato scambi epistolari sulla base di testimonianze legate alla propria famiglia.

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