Il 20 maggio di quest’anno è stato inaugurato l’Anno Ignaziano in memoria della conversione di Ignazio di Loyola, avvenuta dopo la ferita subita alla gamba durante la battaglia di Pamplona.

In occasione dell’evento e a conclusione dell’anno scolastico, l’Istituto ha vissuto un tempo di preghiera durante la mattinata del 4 giugno.

Riportiamo qui di seguito il testo di meditazione che padre Claudio Zonta sj, professore di lettere presso i nostri Licei, ha tenuto per gli studenti.

Immagino già qualche mio studente che alle 8 del mattino… 

Antefatto:

Ignazio si prende una palla di bombarda che gli frantuma la gamba durante la battaglia di Pamplona nel 1521 contro i Francesi.

In convalescenza, dopo alcune operazioni alla gamba, incomincia a leggere delle biografie di santi che lo affascinano e il testo dice che “si mise a compilare un libro con molta diligenza, scrivendo le parole di Cristo in rosso e quella di nostra Signora in azzurro, su carta lucida a righe, con bella calligrafia, perchè sapeva scrivere bene. Questo libro contava quasi 300 fogli in quarto, scritti per intero”.

Quello che compie, se osserviamo bene il testo, lo fa con attenzione, con precisione: ci dice il testo “molta diligenza” e con “bella grafia”, su carta lucida a righe… nel ‘500 la carta era preziosa…: Ignazio trova gusto, ci perde tempo, non solo perché era in convalescenza… capisce che in quell’esercizio si trova un aspetto importante… Ma quale?

Perchè sottolinea delle frasi? 

Di fatto, Ignazio già faceva quello che gli insegnanti continuano ancora oggi a dire agli studenti quando si trovano davanti ad un testo: sottolineate le parole chiave, le frasi importantiperché quelle ci rimarranno dentro…

Proviamo allora tutti a fare un esercizio di scrittura creativa:

immaginiamo che il nostro cuore, o il nostro animo sia un libro intonso, bianco… è il nostro libro di fogli di carta lucida… è il libro più prezioso…

quali frasi e quali parole potremmo scrivere? 

Tra tutte le parole, Ignazio riporta solo quelle di Gesù e di Maria, in rosso e in blu… proviamo anche noi a scrivere solamente quelle entusiasmanti, che ci hanno fatto emozionare…. Quali scriviamo in rosso? quali in blu? Distinguiamole…

Attenzione però: le parole a cui si riferisce Ignazio non sono solo parole solo emozionanti… sono quelle che appartengono a Gesù e a Maria, ossia quelle del Vangelo… e se lo conosciamo un minimo il Vangelo ci accorgiamo che quelle di Gesù e di Maria non sono parole autocentrate, ossia che servono solo a farmi sentire bene, con me stesso… alcune parole, infatti, ci fanno piacere perchè solleticano il nostro Ego… qualche esempio… a me interessa avere la promozione, a me interessa stare bene, a me interessa arrivare a fine anno con i migliori voti perchè così ho dimostrato quanto valgo e chi sono… Non dico che non siano importanti queste parole… ma non sono queste le parole da scrivere in questo esercizio di scrittura dell’anima…

Le parole che dobbiamo individuare sono quelle che ci fanno riconoscere gli uni agli altri… non sono le parole dei cuori solitari e individualisti… 

Siamo riusciti a intravedere il sorriso dietro la mascherina del mio compagno o compagna di banco? e magari avrei voluto dirglielo anche… e quanto bello era questo sorriso anche se l’ho solamente percepito…  ma l’ho compreso con il cuore… 

Sono riuscito a supportare e magari sopportare il momento di fragilità di qualche compagno/a…? Ieri l’ho vista preoccupata… era di poche parole… eppure di solito fa un gran casino in classe… 

Sono riuscito a fermarmi? Mi sono accorto di lei o lui?

Se avete fatto qualche volta un pellegrinaggio o una scalata in montagna… o si è capaci di fermarsi, di rallentare, di aspettare… oppure è meglio stare a casa e fare altro… e questa vita, questa scuola è anche, una sorta di pellegrinaggio o scalata… mi sono fermato? ho saputo aspettare? Mi sono guardato indietro? oppure mi sono accorto di chi avevo a fianco?

Oppure… Ho saputo cantare insieme ad altri un momento bello in classe… ho provato l’incanto di sentirmi parte di un insieme? ho saputo assaporare alcuni momenti in questo anno così incasinato? Se provate a cantare insieme… all’inizio ognuno va per i fatti suoi e tendenzialmente si è stonati… ma più si canta e più si va insieme e ci si intona a vicenda… ci si abitua  ad ascoltare non solo la propria voce ma anche quella degli altri… 

Perchè, in fin dei conti, queste saranno le parole, le immagini che ci porteremo dietro per i prossimi anni… e più se ne vivono e più il proprio animo sarà gonfio di vita… una vita condivisa, spezzata, sottolineata… che ci aiuterà anche nei momenti di difficoltà perché come dice un proverbio… “le tegole che ci riparano dalla pioggia sono state messe quando c’era il sole”

Sicuramente ci sono e ci saranno delle bruciature, delle ferite, non tutto ha funzionato… ma anche Ignazio ha fatto questo esercizio quando era malato, convalescente, con una gamba rotta… Mi viene in mente il film Star Wars… tutti i Jedi vanno in missione quando il loro addestramento non è ancora ultimato… saranno le esperienze stesse della vita che ultimeranno l’addestramento… ma le basi sono state già gettate… senza quelle alla prima tempesta si cade…

Mi viene in mente una frase di Battiato che entra in armonia con quanto stiamo dicendo. Così canta: “e il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire”

Non aspettiamo di scrivere nel nostro cuore, ossia di vivere bene questo tempo a scuola, quando stiamo bene, quando ci sentiamo in perfetta forma… scriviamolo adesso, anche se sembra difficile trovare la luce dell’alba dentro l’imbrunire, dentro l’oscurità di questo tempo segnato sicuramente dalla pandemia…. è meglio accendere una piccola candela che maledire l’oscurità… 

La conversione, quella di Ignazio, ma anche la nostra, accade ogni volta che accendiamo una luce nella nostra vita, provando ad illuminare l’oscurità degli eventi… e cercando, come diceva Ignazio di Loyola, Dio in tutte le cose… forse, e soprattutto, dove forse non ci aspetteremmo di trovarlo… anche in noi stessi…