Dalla documentazione conservata nell’Archivio Storico della Provincia Euro-Mediterranea scopriamo che durante la I Guerra Mondiale i locali di molti Collegi della Compagnia di Gesù in Italia vengono ceduti (dopo specifiche richieste da parte delle autorità militari o sono direttamente requisiti, con tutti gli oggetti presenti al loro interno) per poter diventare spazi di accoglienza e cura. Anche il Massimo, nella sede di Palazzo Massimo alle Terme, è temporaneamente trasformato, in quegli anni, in ospedale militare.
Come si può notare dalle immagini storiche, gli alunni, o collegiali come si diceva, rimangono nel Collegio e prestano servizio nelle corsie dell’ospedale improvvisato nelle aule scolastiche. Possiamo dire che si tratta di una Formazione Scuola Lavoro ante litteram o, nel linguaggio che maggiormente ci appartiene, di un servizio all’altro, al soldato ferito.
Troviamo nelle testimonianze dei diari dei Padri o nelle immagini, Padri gesuiti che tornano ad esercitare la loro formazione medica, altri che svolgono le funzioni di infermieri e naturalmente tutti forniscono assistenza spirituale, gli studenti assistono nelle cure i degenti meno gravi, servono i pasti o semplicemente si intrattengono con i feriti per un conforto umano.
Il rettore del Collegio, p. Miccinelli SJ, fece realizzare un album fotografico del Collegio nella sua attività di ospedale per i soldati e lo invia come omaggio alla Regina Madre, Margherita di Savoia; p. Lorenzo Rocci SJ nel suo diario ricorda che la Regina Madre andò a far visita ai soldati ricoverati negli spazi di Palazzo Massimo.
Le aule diventate corsie di ospedale, il cortile spazio per la ripresa fisica e psicologica, docenti e alunni che lavorano insieme per chi è provato nel corpo e nello spirito dimostrano che la scuola è veramente scuola di vita oltre che di conoscenza, per la perfetta unione e fusione di pensiero e azione.




