Subito dopo la Santa Pasqua, per continuare a mostrare una parte del meraviglioso patrimonio librario che l’istituto possiede, la bacheca in atrio è stata allestita con una selezione di Incunaboli e Cinquecentine.
L’incunabolo rappresenta la nascita dell’arte tipografica moderna dopo il manoscritto. Sono detti incunaboli i libri realizzati tra il 1455 circa, anno a cui si fa risalire la stampa della Bibbia di Gutenberg, e i primi decenni del 1500. Particolarità di questi volumi è l’assenza del frontespizio. L’incunabolo, così come il manoscritto, si apre direttamente con il testo, stampato in caratteri gotici, monocromatici o in rosso e nero. Nel corso del Cinquecento si assisterà, invece, ad una sempre più marcata evoluzione del frontespizio che si arricchirà di eleganti e raffinate composizioni di natura decorativa. Nelle Cinquecentine, testi pubblicati tra il 1501 ed il 1600, si assiste infatti al miglioramento della tecnica compositiva, dai primi esemplari che presentano elementi simili alle edizioni del Quattrocento, e per questo motivo definiti post-incunaboli, ai volumi con frontespizi riccamente decorati.
Di particolare importanza sono le edizioni Aldine, chiamate così perché realizzate nella tipografia di Aldo Manuzio, editore, grammatico e umanista italiano ritenuto tra i maggiori editori d’ogni tempo. Introdusse il carattere a stampa corsivo e il formato in ottavo (tascabile). Con le sue numerose innovazioni segnò la storia dell’editoria. Fu sua anche la definizione della punteggiatura così come la intendiamo oggi e la numerazione delle pagine. Le sue pubblicazioni e poi anche quelle del figlio sono contraddistinte da una marca tipografica raffigurante un delfino che rappresenta la velocità, intorno ad un’ancora, simbolo della solidità; il tutto corredato dal motto “Festina lente”(affrettati con calma).
Elena Smaldone






