Lo scorso 18 novembre 2021 abbiamo svolto una lezione di approfondimento nella biblioteca d’Istituto, l’iniziativa è nata dall’interesse che la classe ha mostrato durante le lezioni di letteratura italiana sulla trasmissione dei testi antichi e così, insieme al prof. Proietti, è nata l’idea di visitare la nostra biblioteca.

Appena arrivati ci ha gentilmente accolto la responsabile, dott.ssa Elena Smaldone, e muniti di guanti, abbiamo avuto la possibilità di poter sfogliare le pagine dei libri che lei aveva preparato per la nostra visita.

Sotto i nostri occhi abbiamo così potuto ammirare testi risalenti fin dal XVI secolo: stampe di opere di Dante, Boccaccio, Cicerone, Ovidio, Tito Livio e persino una prima edizione completa dell’Encyclopédie.

La dott.ssa Smaldone ci ha poi spiegato con estrema precisione la storia di questa tecnica, nata in Cina, intorno al VI secolo, perfezionata in Europa con la stampa a caratteri mobili di Johannes Gutenberg e di come poi si sia perfezionata partendo da matrici di legno intagliate, inchiostrate poi successivamente impresse su fogli di carta.

L’oggetto-fulcro della tecnica – ha spiegato la dott.ssa Smaldone – è il punzone, un parallelepipedo di acciaio sulla cui testa è inciso in rilievo e a rovescio un segno tipografico. Il punzone crea la matrice dentro cui vengono fusi i caratteri, disposti su un vassoio, inchiostrati e impressi sulla carta.

Siamo stati particolarmente colpiti dalla precisione dei dettagli dei volumi e dall’enorme lavoro di conservazione e catalogazione che viene costantemente svolto.

Tutti noi abbiamo reputato quest’esperienza molto positiva, poiché ci ha permesso di scoprire quanta complessità ci sia dietro alla conservazione dei testi antichi ed inoltre è stato davvero molto emozionante poter toccare con mano parte del patrimonio conservato nel nostro Istituto. Questo viaggio alla scoperta delle tecniche di ricerca e conservazione dei libri antichi ci ha lasciato la voglia di tornare a visitare la biblioteca con occhi nuovi e fame di conoscenza.

A cura di Giulio Benedini e Giorgia Francescangeli